Il contributo ripercorre brevemente il dibattito teorico relativo alla natura giuridica della garanzia per vizi nell'appalto – che contrappone quanti considerano l'istituto una speciale applicazione della ordinaria responsabilità contrattuale a quanti vi rinvengono l'espressione di una garanzia in senso tecnico – per concentrarsi sulla incidenza che tale dibattito esprime nell'esperienza applicativa. L'indagine evidenzia che la menzionata querelle dottrinale è meno ricca di implicazioni pratiche di quanto comunemente si creda e ne illustra, in sintesi, le principali ragioni, ragioni da ricollegare, in ultima istanza, alle specifiche caratteristiche dell'obbligazione di facere gravante sull'appaltatore, quale obbligazione di risultato innestata in un rapporto ad esecuzione prolungata nel tempo. Tali circostanze, invero, relegano di fatto ai margini dell'esperienza casistica, la fattispecie dei vizi fortuiti, la quale è l'unica rispetto alla quale l'adesione all'una o all'altra delle due tesi sopra evocate è effettivamente in grado di metter capo a risultati applicativi divergenti.

La natura della garanzia per i vizi dell'opera nel dibattito teorico e nell'esperienza applicativa

CAPPAI, FEDERICO
2009-01-01

Abstract

Il contributo ripercorre brevemente il dibattito teorico relativo alla natura giuridica della garanzia per vizi nell'appalto – che contrappone quanti considerano l'istituto una speciale applicazione della ordinaria responsabilità contrattuale a quanti vi rinvengono l'espressione di una garanzia in senso tecnico – per concentrarsi sulla incidenza che tale dibattito esprime nell'esperienza applicativa. L'indagine evidenzia che la menzionata querelle dottrinale è meno ricca di implicazioni pratiche di quanto comunemente si creda e ne illustra, in sintesi, le principali ragioni, ragioni da ricollegare, in ultima istanza, alle specifiche caratteristiche dell'obbligazione di facere gravante sull'appaltatore, quale obbligazione di risultato innestata in un rapporto ad esecuzione prolungata nel tempo. Tali circostanze, invero, relegano di fatto ai margini dell'esperienza casistica, la fattispecie dei vizi fortuiti, la quale è l'unica rispetto alla quale l'adesione all'una o all'altra delle due tesi sopra evocate è effettivamente in grado di metter capo a risultati applicativi divergenti.
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