Plauto ama manipolare il senso delle parole in modo che, dato il contesto, prendano significati inattesi o addirittura inesistenti ma formalmente possibili (‘inattivi’). Alcuni casi, come Mil. 1424 e 1416–1417, Most. 254–255 e anche 12.14, sono già più o meno noti. Dello stesso genere sono altri esempii nella Mostellaria, non necessariamente funzionali a battute comiche, ai vv. 251: “Che bisogno hai dello specchio (speculo), tu che per l’occhio (speculo) sei il più grande spettacolo (speculum)?”; 329: “se cadrai, non cadrai (cades) senza che si ammosci (cadat) anche questa cosa che ho in mano”; 159–160: “Per tutto c’è una prima volta (eventus): per esempio quest’anno il raccolto è stato abbondante”; e 153: “Vincevo sempre (victitabam) a mio piacere”.
Manipolazioni semantiche nella Mostellaria
BIDDAU Federico
2018-01-01
Abstract
Plauto ama manipolare il senso delle parole in modo che, dato il contesto, prendano significati inattesi o addirittura inesistenti ma formalmente possibili (‘inattivi’). Alcuni casi, come Mil. 1424 e 1416–1417, Most. 254–255 e anche 12.14, sono già più o meno noti. Dello stesso genere sono altri esempii nella Mostellaria, non necessariamente funzionali a battute comiche, ai vv. 251: “Che bisogno hai dello specchio (speculo), tu che per l’occhio (speculo) sei il più grande spettacolo (speculum)?”; 329: “se cadrai, non cadrai (cades) senza che si ammosci (cadat) anche questa cosa che ho in mano”; 159–160: “Per tutto c’è una prima volta (eventus): per esempio quest’anno il raccolto è stato abbondante”; e 153: “Vincevo sempre (victitabam) a mio piacere”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.