In the first years of the Second World War along the coast of Sardinia, a system of military defenses was built consisting essentially of bunkers and concrete batteries, many of which are still standing, as “testarde rovine” that resist the passage of time. This network has been structured on the territory according to tactical criteria of vigilance, control and ability to respond against an attack and based on a project that has a link with the system of towers-sentinels of the Modern age and is simultaneous to the construction of other “walls” throughout Europe. His remains, numerous and repeated as industrial objects, are bearers of negative values and discord from his own conception: machines to kill, for self-defense, so it is difficult to relate this architectural heritage with the concept of shared identity. Sardinia is representative of this legacy because more than a thousand scattered elements have been built throughout the island; the proposed analysis deepens the theme in the study area of Bosa, on the west coast, bounded by two historical towers, proceeding with the inventory and classification of the pieces that remain (with the contribute of photogrammetric survey and 3d models) in order to propose options for the protection and conservation of this legacy of the twentieth century armed conflicts. The proposals for reuse distinguish the cultural and geographical context – both urban and rural – in which the ruins are inserted and try to integrate this singular heritage into the coastal historical landscape as a further layer of the actions of the men along the time.

Nei primi anni della Seconda Guerra Mondiale sulla costa della Sardegna venne realizzato un sistema di difesa costituito essenzialmente da bunker e batterie in calcestruzzo armato, molti dei quali ancora conservatisi come “obstinadas ruinas” che resistono al passare del tempo. I nodi di questa rete, simultanea alla costruzione di altri “muri” in tutta Europa, sono distribuiti sul territorio in base a criteri tattici di vigilanza, controllo e capacità di risposta ad un attacco nemico, secondo un modello del tutto affine al sistema di torri “sentinella” dell'età moderna. Le strutture superstiti di tale rete, numerose e ripetute come se fossero oggetti industriali, sono in genere portatori di valori negativi per la loro originaria natura: erano macchine per uccidere, per autodifesa, e per tale connotazione risulta difficile integrare questo patrimonio architettonico nel concetto di identità condivisa. Quello della Sardegna – con più di mille manufatti sparsi in tutto il territorio – rappresenta un caso significativo. In questa occasione si prende in considerazione una parte della costa occidentale dell’Isola, in particolare nell'area di Bosa, delimitata da due torri storiche, attraverso la realizzazione di un inventario – supportato dal rilievo fotogrammetrico – e la classificazione per tipi delle strutture conservate, con l’obiettivo di avanzare proposte finalizzate alla tutela e alla conservazione di questo patrimonio, che rappresenta una delle eredità delle guerre del XX secolo. Le proposte suggerite per il loro riutilizzo tengono inevitabilmente in considerazione del contesto culturale e geografico – urbano o rurale – in cui queste strutture sono inserite, con soluzioni che consentano di integrarle come testimonianza di una fase importante della Storia.

Entre la tierra y el cielo. Arquitecturas de la guerra en Cerdeña: un paisaje a conservar = Between earth and sky. War architecture in Sardinia: a landscape to preserve

Pirinu A.
;
2019-01-01

Abstract

In the first years of the Second World War along the coast of Sardinia, a system of military defenses was built consisting essentially of bunkers and concrete batteries, many of which are still standing, as “testarde rovine” that resist the passage of time. This network has been structured on the territory according to tactical criteria of vigilance, control and ability to respond against an attack and based on a project that has a link with the system of towers-sentinels of the Modern age and is simultaneous to the construction of other “walls” throughout Europe. His remains, numerous and repeated as industrial objects, are bearers of negative values and discord from his own conception: machines to kill, for self-defense, so it is difficult to relate this architectural heritage with the concept of shared identity. Sardinia is representative of this legacy because more than a thousand scattered elements have been built throughout the island; the proposed analysis deepens the theme in the study area of Bosa, on the west coast, bounded by two historical towers, proceeding with the inventory and classification of the pieces that remain (with the contribute of photogrammetric survey and 3d models) in order to propose options for the protection and conservation of this legacy of the twentieth century armed conflicts. The proposals for reuse distinguish the cultural and geographical context – both urban and rural – in which the ruins are inserted and try to integrate this singular heritage into the coastal historical landscape as a further layer of the actions of the men along the time.
2019
Nei primi anni della Seconda Guerra Mondiale sulla costa della Sardegna venne realizzato un sistema di difesa costituito essenzialmente da bunker e batterie in calcestruzzo armato, molti dei quali ancora conservatisi come “obstinadas ruinas” che resistono al passare del tempo. I nodi di questa rete, simultanea alla costruzione di altri “muri” in tutta Europa, sono distribuiti sul territorio in base a criteri tattici di vigilanza, controllo e capacità di risposta ad un attacco nemico, secondo un modello del tutto affine al sistema di torri “sentinella” dell'età moderna. Le strutture superstiti di tale rete, numerose e ripetute come se fossero oggetti industriali, sono in genere portatori di valori negativi per la loro originaria natura: erano macchine per uccidere, per autodifesa, e per tale connotazione risulta difficile integrare questo patrimonio architettonico nel concetto di identità condivisa. Quello della Sardegna – con più di mille manufatti sparsi in tutto il territorio – rappresenta un caso significativo. In questa occasione si prende in considerazione una parte della costa occidentale dell’Isola, in particolare nell'area di Bosa, delimitata da due torri storiche, attraverso la realizzazione di un inventario – supportato dal rilievo fotogrammetrico – e la classificazione per tipi delle strutture conservate, con l’obiettivo di avanzare proposte finalizzate alla tutela e alla conservazione di questo patrimonio, che rappresenta una delle eredità delle guerre del XX secolo. Le proposte suggerite per il loro riutilizzo tengono inevitabilmente in considerazione del contesto culturale e geografico – urbano o rurale – in cui queste strutture sono inserite, con soluzioni che consentano di integrarle come testimonianza di una fase importante della Storia.
En los primeros años de la II Guerra Mundial se ejecutó un sistema de defensas militares sobre el litoral de Cerdeña constituido básicamente por búnkeres y baterías de hormigón, muchos de los cuales siguen en pie como “testarde rovine” que se resisten al paso del tiempo. Esta red dispuso sus elementos sobre el territorio atendiendo a criterios tácticos de vigilancia, control y capacidad de respuesta ante un ataque siguiendo un plan previo que guarda relación con el sistema de torres centinelas de la edad Moderna y que es simultáneo a la construcción de otros “muros” por toda Europa. Sus restos, numerosos y repetidos como objetos industriales, son portadores de valores negativos y de discordia desde su propia concepción: máquinas para matar, en defensa propia, por lo que resulta difícil encajar este patrimonio arquitectónico en el concepto de identidad compartida. El caso de Cerdeña es representativo de este legado ya que los elementos superan el millar esparcidos por toda la isla, por lo que se profundiza en el estudio de la zona de Bosa en la costa occidental, acotada por dos torres históricas, inventariando y clasificando los tipos de las piezas que restan (aportando un alzamiento fotogramétrico), para plantear opciones de protección y conservación de esta herencia de los conflictos armados del siglo XX. Las propuestas de re-uso distinguen el contexto cultural y geográfico – urbano o rural – en el que se insertan las ruinas y tratan de integrar este patrimonio incómodo en el paisaje histórico costero como un estrato más de la acción de los hombres a lo largo del tiempo.
Búnkeres II Guerra Mundial; ruinas modernas; patrimonio incómodo; protección y re-uso; paisajes de las guerras
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