In the last decades, the anthropological debate about new racism and cultural fundamentalism reshaped the reflection on discrimination practices and hate speech. However, anthropology seems to have difficulty considering racism and anti-racism as research objects and thus fails to claim its role as a public and anti-racist discipline. Based on the use of digital ethnography as a form of redefinition of ethnographic practice, this article aims to reflect on the implicit and explicit forms of naturalization of the otherness in online hate speech and in antiracist discourses. In doing so, I will examine two “failures” of antiracist practices. 1) a live streaming on Facebook by the Italian newspaper La Repubblica that in the summer of 2017 followed a demonstration for the right to housing that take place after the eviction of asylum seekers and refugees from via Curtatone in Rome; 2) A public debate to which I took part together with a journalist and a migrant from Senegal on July of the same year in Sardinia (Italy). The article aims to reflect on the limits of public anthropology as an antiracist practice and on its ability to contrast hate speeches and new forms of racialization. Finally, the paper suggests that assuming the racist and antiracist common sense from a Gramsci’ perspective as a field of investigation and intervention of anthropology can offer a more effective position for a public and antiracist anthropology.

Negli ultimi decenni, il dibattito antropologico sul nuovo razzismo e sul fondamentalismo culturale ha rimodellato la riflessione sulle pratiche di discriminazione e sui discorsi d’odio. Tuttavia, l’antropologia sembra avere difficoltà a considerare il razzismo e l’antirazzismo come oggetti di ricerca e quindi non riesce a rivendicare il suo ruolo di disciplina pubblica e antirazzista. Basandosi sull’uso dell’etnografia digitale come forma di ridefinizione della pratica etnografica, questo articolo si propone di riflettere sulle forme implicite ed esplicite di naturalizzazione dell’alterità nei discorsi d’odio online e nei discorsi antirazzisti. Nel farlo, esaminerò due “fallimenti” delle pratiche antirazziste. 1) una diretta streaming su Facebook del quotidiano italiano "La Repubblica" che nell’estate del 2017 ha seguito una manifestazione per il diritto alla casa avvenuta dopo lo sgombero di richiedenti asilo e rifugiati da via Curtatone a Roma; 2) un dibattito pubblico a cui ho preso parte insieme a un giornalista e a un migrante senegalese nel luglio dello stesso anno in Sardegna (Italia). L'articolo si propone di riflettere sui limiti dell'antropologia pubblica come pratica antirazzista e sulla sua capacità di contrastare discorsi d'odio e nuove forme di razzizzazione. Infine, l'articolo suggerisce che assumere il senso comune razzista e antirazzista da una prospettiva gramsciana come campo di indagine e intervento dell'antropologia può offrire una posizione più efficace per un'antropologia pubblica e antirazzista.

Razzisti per natura, antirazzisti per cultura: Note critiche per un’antropologia pubblica e antirazzista

Francesco Bachis
2020-01-01

Abstract

In the last decades, the anthropological debate about new racism and cultural fundamentalism reshaped the reflection on discrimination practices and hate speech. However, anthropology seems to have difficulty considering racism and anti-racism as research objects and thus fails to claim its role as a public and anti-racist discipline. Based on the use of digital ethnography as a form of redefinition of ethnographic practice, this article aims to reflect on the implicit and explicit forms of naturalization of the otherness in online hate speech and in antiracist discourses. In doing so, I will examine two “failures” of antiracist practices. 1) a live streaming on Facebook by the Italian newspaper La Repubblica that in the summer of 2017 followed a demonstration for the right to housing that take place after the eviction of asylum seekers and refugees from via Curtatone in Rome; 2) A public debate to which I took part together with a journalist and a migrant from Senegal on July of the same year in Sardinia (Italy). The article aims to reflect on the limits of public anthropology as an antiracist practice and on its ability to contrast hate speeches and new forms of racialization. Finally, the paper suggests that assuming the racist and antiracist common sense from a Gramsci’ perspective as a field of investigation and intervention of anthropology can offer a more effective position for a public and antiracist anthropology.
2020
Negli ultimi decenni, il dibattito antropologico sul nuovo razzismo e sul fondamentalismo culturale ha rimodellato la riflessione sulle pratiche di discriminazione e sui discorsi d’odio. Tuttavia, l’antropologia sembra avere difficoltà a considerare il razzismo e l’antirazzismo come oggetti di ricerca e quindi non riesce a rivendicare il suo ruolo di disciplina pubblica e antirazzista. Basandosi sull’uso dell’etnografia digitale come forma di ridefinizione della pratica etnografica, questo articolo si propone di riflettere sulle forme implicite ed esplicite di naturalizzazione dell’alterità nei discorsi d’odio online e nei discorsi antirazzisti. Nel farlo, esaminerò due “fallimenti” delle pratiche antirazziste. 1) una diretta streaming su Facebook del quotidiano italiano "La Repubblica" che nell’estate del 2017 ha seguito una manifestazione per il diritto alla casa avvenuta dopo lo sgombero di richiedenti asilo e rifugiati da via Curtatone a Roma; 2) un dibattito pubblico a cui ho preso parte insieme a un giornalista e a un migrante senegalese nel luglio dello stesso anno in Sardegna (Italia). L'articolo si propone di riflettere sui limiti dell'antropologia pubblica come pratica antirazzista e sulla sua capacità di contrastare discorsi d'odio e nuove forme di razzizzazione. Infine, l'articolo suggerisce che assumere il senso comune razzista e antirazzista da una prospettiva gramsciana come campo di indagine e intervento dell'antropologia può offrire una posizione più efficace per un'antropologia pubblica e antirazzista.
Hate Speech; Antiracist Common Sense; Antiracist Anthropology; Naturalization; DigitalEthnography
Discorsi d'odio; Senso comune antirazzista; Antropologia antirazzista; Naturalizzazione; Etnografia digitale
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