The essay analyses three case studies linked to the editions of the Santarcangelo Festival directed between the 1980s and 1990s by Antonio Attisani, under the sign of a " Shared Work " that could open the theatre and the festival to the changes taking place in the field of art, culture and society: the work of Giacomo Verde, of the "Decoder" group and of the Mutoid Waste Company between ‘89 and ’92. These theoretical-practical interweavings are reconstructed through archival (and often unpublished) documents as well as throught the production of new oral sources, and are studied in the light of the ideas that in that period were spreading around the cyberpunk milieu; in this perspective, it's possible to follow the transition (and the reworking) of the practices of artivism in Italian theatre history, from the XXth century protest movements to the antagonism experiences in the new millennium.

Il contributo prende in esame tre percorsi che attraversano le edizioni del Festival di Santarcangelo fra anni Ottanta e Novanta poste dall'allora direttore Antonio Attisani sotto l'egida del Lavoro d'arte comune nell'intenzione di aprire la scena e la manifestazione romagnola ai nuovi impulsi provenienti da aree differenti della sperimentazione artistica, della produzione culturale e dell'innovazione sociale del periodo: il lavoro di Giacomo Verde, del gruppo di «Decoder» e della Mutoid Waste Company, che si trovano idealmente e poi concretamente a convergere nella rassegna fra l'89 e il '92. Tali intrecci teorico-pratici, una volta osservati alla luce delle idee che nello stesso momento andavano emergendo negli ambienti del cyberpunk, possono rappresentare uno degli snodi-tipo tramite cui seguire la trasmissione (e rielaborazione) delle pratiche dell'artivismo nel teatro italiano, dalle stagioni della contestazionealle esperienze dell'antagonismo nel nuovo millennio.

Santarcangelo, primi anni Novanta. Tracce di cyberpunk in teatro

Roberta Ferraresi
2021-01-01

Abstract

The essay analyses three case studies linked to the editions of the Santarcangelo Festival directed between the 1980s and 1990s by Antonio Attisani, under the sign of a " Shared Work " that could open the theatre and the festival to the changes taking place in the field of art, culture and society: the work of Giacomo Verde, of the "Decoder" group and of the Mutoid Waste Company between ‘89 and ’92. These theoretical-practical interweavings are reconstructed through archival (and often unpublished) documents as well as throught the production of new oral sources, and are studied in the light of the ideas that in that period were spreading around the cyberpunk milieu; in this perspective, it's possible to follow the transition (and the reworking) of the practices of artivism in Italian theatre history, from the XXth century protest movements to the antagonism experiences in the new millennium.
2021
Il contributo prende in esame tre percorsi che attraversano le edizioni del Festival di Santarcangelo fra anni Ottanta e Novanta poste dall'allora direttore Antonio Attisani sotto l'egida del Lavoro d'arte comune nell'intenzione di aprire la scena e la manifestazione romagnola ai nuovi impulsi provenienti da aree differenti della sperimentazione artistica, della produzione culturale e dell'innovazione sociale del periodo: il lavoro di Giacomo Verde, del gruppo di «Decoder» e della Mutoid Waste Company, che si trovano idealmente e poi concretamente a convergere nella rassegna fra l'89 e il '92. Tali intrecci teorico-pratici, una volta osservati alla luce delle idee che nello stesso momento andavano emergendo negli ambienti del cyberpunk, possono rappresentare uno degli snodi-tipo tramite cui seguire la trasmissione (e rielaborazione) delle pratiche dell'artivismo nel teatro italiano, dalle stagioni della contestazionealle esperienze dell'antagonismo nel nuovo millennio.
Santarcangelo Festival; contemporary theatre; Cyberpunk and theatre; Mutoid Waste Company; Giacomo Verde; Decoder
Santarcangelo Festival; Teatro anni Novanta; Cyberpunk e teatro; Mutoid Waste Company; Giacomo Verde; Rivista Decoder
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