Il mito di Roma antica costituisce un efficace strumento propagandistico attraverso il quale il regime fascista giustifica i suoi programmi politici, in particolare quelli riguardanti la costruzione dell’identità nazionale e le aspirazioni coloniali dell’Impero italiano. L’obiettivo di questo articolo è dimostrare come la retorica visuale e linguistica fascista deformi il significato originale dei più noti simboli e rituali del mondo romano, come i fasces, ricostruiti dall’archeologo Giacomo Boni, e la festa del Natalis Urbis, per legittimare ideologicamente la propria autorità.

Roma antica e l’archeologia dei simboli nell’Italia fascista

Ciro Parodo
Primo
2016-01-01

Abstract

Il mito di Roma antica costituisce un efficace strumento propagandistico attraverso il quale il regime fascista giustifica i suoi programmi politici, in particolare quelli riguardanti la costruzione dell’identità nazionale e le aspirazioni coloniali dell’Impero italiano. L’obiettivo di questo articolo è dimostrare come la retorica visuale e linguistica fascista deformi il significato originale dei più noti simboli e rituali del mondo romano, come i fasces, ricostruiti dall’archeologo Giacomo Boni, e la festa del Natalis Urbis, per legittimare ideologicamente la propria autorità.
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