Individual, yet collective voices: polyphonic poetic memories in contemporary Ukrainian literature

This article analyzes polyphonic memory in recent works by Serhii Zhadan and Marianna Kiianovs'ka, two leading contemporary Ukrainian writers. Before focusing on Zhadan and Kiianovs'ka, the author analyzes some excerpts from poems by other contemporary writers in which memory is thematized at the crossroads of individual and collective remembering. In his latest collections, Zhadan has shown a tendency to shape his poetic world around a lyrical subject keen to collect human voices and memories with the aim of preserving them from oblivion. Kiianovs'ka’s 2017 collection Babyn Iar: Holosamy consists of memory fragments expressed by the various voices that constitute its collective subject, the victims of the 1941 Babyn Iar tragedy. In spite of the difference between these two models of poetic polyphony, the former conveyed through the mediation of a lyrical subject and the latter directly expressed by individual voices, the author here argues that Zhadan’s and Kiianovs'ka’s recent poetry successfully links the singularity of individual memory to the collective experience. He also argues that polyphonic poetic memory can be read as a strategy to overcome the opposition between the “populist” and “modernist” approaches to literature that has marked the self-perception of Ukrainian literature since the early twentieth century.

Questo articolo analizza la memoria polifonica nelle opere recenti di Serhij Žadan e Marianna Kijanovs'ka, due importanti scrittori ucraini contemporanei. Prima di concentrarsi su Žadan e Kijanovs'ka, vengono analizzati alcuni testi poetici di altri scrittori contemporanei in cui la memoria è tematizzata al crocevia di individualità e collettività. Nelle sue ultime raccolte, Žadan tende a modellare il suo universo poetico attorno a un soggetto lirico intento a raccogliere voci e memorie con l'obiettivo di preservarle dall'oblio. La raccolta del 2017 di Kijanovs'ka, Babyn Iar: Holosamy, è costituita da frammenti di memoria espressi dalle varie voci che costituiscono il suo soggetto collettivo, le vittime della tragedia di Babyn Jar del 1941. Nonostante la differenza tra questi due modelli di polifonia poetica, il primo veicolato attraverso la mediazione di un soggetto lirico e il secondo espresso direttamente dalle singole voci, questo articolo cerca di mostrare come la poesia recente di Žadan e Kijanovs'ka riesca a coniugare con successo la singolarità della memoria individuale con l'esperienza collettiva. La memoria poetica polifonica può oltretutto essere letta come una strategia per superare l'opposizione tra l'approccio “populista” e quello “modernista” alla letteratura che ha segnato l'autopercezione della letteratura ucraina fin dai primi anni del Novecento.