Il saggio ha l’obiettivo di indagare i "luoghi della parola" all’interno dei quali, nell'Italia degli anni Sessanta, arti visive e performative hanno iniziato a entrare in relazione. Vengono anzitutto presi in considerazione i primi convegni che hanno coinvolto figure appartenenti all’uno e all’altro settore (soprattutto ma non soltanto, per esempio, Germano Celant e Giuseppe Bartolucci, fra i maggiori promotori del dialogo così come del rinnovamento critico del periodo e della sua precoce "messa in storia"). Dall’esame degli interventi indagati emergono testimonianze, visioni, riflessioni che rimettono in discussione le prospettive correnti sull’argomento e illuminano in particolare il processo di rinnovamento della critica in quel periodo. Infine, in forma di contrappunto, l’autrice dedica spazio alle prospettive degli artisti, anch’essi impegnati in un affine – ma sensibilmente diverso – scambio transdisciplinare nel medesimo giro d’anni (in particolare tramite la costruzione di un evento-limite quale fu "Grammatica No Stop Teatro", nella documentazione filmica di Alberto Grifi).

Incontri reali, annunciati, mancati fra arte e teatro negli anni Sessanta. I "luoghi della parola"

Roberta Ferraresi
2022-01-01

Abstract

Il saggio ha l’obiettivo di indagare i "luoghi della parola" all’interno dei quali, nell'Italia degli anni Sessanta, arti visive e performative hanno iniziato a entrare in relazione. Vengono anzitutto presi in considerazione i primi convegni che hanno coinvolto figure appartenenti all’uno e all’altro settore (soprattutto ma non soltanto, per esempio, Germano Celant e Giuseppe Bartolucci, fra i maggiori promotori del dialogo così come del rinnovamento critico del periodo e della sua precoce "messa in storia"). Dall’esame degli interventi indagati emergono testimonianze, visioni, riflessioni che rimettono in discussione le prospettive correnti sull’argomento e illuminano in particolare il processo di rinnovamento della critica in quel periodo. Infine, in forma di contrappunto, l’autrice dedica spazio alle prospettive degli artisti, anch’essi impegnati in un affine – ma sensibilmente diverso – scambio transdisciplinare nel medesimo giro d’anni (in particolare tramite la costruzione di un evento-limite quale fu "Grammatica No Stop Teatro", nella documentazione filmica di Alberto Grifi).
2022
arti visive anni 60, teatro anni 60, arti visive e teatro, Germano Celant, Giuseppe Bartolucci, Grammatica No Stop Teatro, Alberto Grifi
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