Lessico “vero” e vocabolari in Grazia Deledda. Appunti linguistici su La via del male

The paper investigates Grazia Deledda’s relationship with lexicographic tools, particularly dialectal repertoires, in the initial phase of her adherence to the “truth”, through the examination of some Sardinian terms contained in La Via del Male, a fundamental stage in the writer’s literary maturation and a paradigmatic case, with its four printed editions, of her constant variantistic work. In this novel, the search for authenticity produces an intentional increase in local element through insertion of Sardinian words and phrases. The analysis confirms, substantiating it with linguistic data, the writer’s trust in the oral source, and shows through some specific cases the relevance of the demological experience of Deledda during the writing of the novel, which strengthens her active competence in Sardinian and feeds, probably more than book tools, at least in this phase, the lexical stock that can be used at a narrative level.

Il contributo indaga il rapporto di Grazia Deledda con gli strumenti lessicografici, in particolare i repertori dialettali, nella fase iniziale di adesione al “vero”, attraverso l’esame di alcuni sardismi contenuti nella Via del male, tappa fondamentale nella maturazione letteraria della scrittrice e caso paradigmatico, con le sue quattro redazioni a stampa, del suo costante lavorìo variantistico. Nel romanzo la ricerca di autenticità si traduce in un intenzionale incremento del pimento locale mediante l’inserimento di vocaboli e inserti in sardo. L’analisi conferma, sostanziandola con il dato linguistico, la fiducia della scrittrice verso la fonte orale, e mostra attraverso qualche caso specifico il peso dell’esperienza demologica vissuta da Deledda durante la stesura del romanzo, che rafforza la sua competenza attiva del sardo e alimenta, probabilmente più degli strumenti libreschi, almeno in questa fase, il serbatoio lessicale spendibile a livello narrativo.