Il contributo esamina la lingua di La guardia alla luna, uno dei lavori teatrali più discussi dalla critica, ritenuto il vero esordio drammaturgico di Massimo Bontempelli (1876-1960). Composta nel 1916, andata in scena e pubblicata nel 1920, la rappresentazione, come lo stesso autore la definisce, presenta un impianto futurista e una contaminazione di elementi e procedimenti stilistici in cui sono riconoscibili influssi mitteleuropei di matrice espressionista, talvolta enfatizzati dalla critica. La disamina pone in risalto i debiti che sul piano linguistico la pièce contrae con la tradizione (in particolare nelle scelte fono-morfologiche e lessicali) e la tendenza a servirsi di espedienti largamente impiegati nella scrittura scenica, incluso un plurilinguismo funzionale alla costruzione teatrale di ambienti e personaggi; nel contempo illustra l'apertura verso alcune innovazioni (specialmente nel trattamento della didascalia e del dialogato) che pongono Bontempelli in linea con le scelte adottate da altri drammaturghi del tempo, e in particolare da Pirandello, al quale, come è noto, l'artista comasco fu molto legato.
La prima produzione teatrale di Massimo Bontempelli: note linguistiche in margine a La guardia alla luna
FRESU, RITA
2014-01-01
Abstract
Il contributo esamina la lingua di La guardia alla luna, uno dei lavori teatrali più discussi dalla critica, ritenuto il vero esordio drammaturgico di Massimo Bontempelli (1876-1960). Composta nel 1916, andata in scena e pubblicata nel 1920, la rappresentazione, come lo stesso autore la definisce, presenta un impianto futurista e una contaminazione di elementi e procedimenti stilistici in cui sono riconoscibili influssi mitteleuropei di matrice espressionista, talvolta enfatizzati dalla critica. La disamina pone in risalto i debiti che sul piano linguistico la pièce contrae con la tradizione (in particolare nelle scelte fono-morfologiche e lessicali) e la tendenza a servirsi di espedienti largamente impiegati nella scrittura scenica, incluso un plurilinguismo funzionale alla costruzione teatrale di ambienti e personaggi; nel contempo illustra l'apertura verso alcune innovazioni (specialmente nel trattamento della didascalia e del dialogato) che pongono Bontempelli in linea con le scelte adottate da altri drammaturghi del tempo, e in particolare da Pirandello, al quale, come è noto, l'artista comasco fu molto legato.File | Dimensione | Formato | |
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