Introduzione: Il rischio neoplastico associato all’esposizione occupazionale ed ambientale a radiofrequenze sono oggetto di vasto dibattito scientifico. Mentre i risultati dello studio Interphone sembrano smentire precedenti richiami ad un possibile aumento del rischio di neoplasie cerebrali in relazione all’uso di apparati di telefonia mobile, e gli studi sperimentali finora condotti appaiono complessivamente negativi, altri studi caso-controllo hanno recentemente suggerito un aumento del rischio di linfomi non Hodgkin. Abbiamo valutato l’ipotesi di un aumento del rischio per specifici sottotipi di linfoma in uno studio caso-controllo condotto in Sardegna. Materiali e Metodi: Nel corso del periodo 1998-2004, 322 casi incidenti di linfoma, identificati nei servizi di Ematologia e di Anatomia Patologica della Sardegna Centro Meridionale e 446 controlli estratti a sorte tra i residenti nelle stesse aree di provenienza dei casi, accoppiati ai casi per ASL diresidenza, genere e quinquennio d’età, parteciparono allo studio multicentrico caso-controllo Europeo EPILYMPH. Per ognuno dei partecipanti è stata raccolta la storia residenziale completa; per le tre abitazioni nelle quali il soggetto aveva risieduto più a lungo, furono richieste indicazioni riguardo alla prossimità a ripetitori radiotelevisi e stazioni base di telefonia mobile. Inoltre, fu raccolta l’informazione sull’uso di apparati di telefonia mobile e l’anno di acquisto di tali apparati. In questa analisi preliminare, presentiamo i rischi di linfoma (tutti i sottotipi combinati) associati alla residenza in prossimità di ripetitori radiotelevisivi, di stazioni base di telefonia mobile ed al possesso di apparatidi telefonia mobile. Gli odds ratio (OR) ed i rispettivi intervalli di confidenza al 95% (IC 95%), sono stati calcolati mediante regressione logistica non condizionale, aggiustando le stime di rischio per età, sesso e scolarità. Risultati: La residenza prolungata a meno di 50 metri da ripetitori radio televisivi ha mostrato una significativo aumento del rischio di linfomi a cellule B (OR = 2.2, IC 95% 1.1, 4.1),ed in particolare di leucemia linfatica cronica (OR = 2.5, IC 95% 1.0, 6.3) e di linfoma diffuso a grandi cellule (OR = 2.0, IC 95% 0.7, 5.5), ma non di linfoma follicolare (OR = 0.7, IC 95% 0.1, 5.4). La residenza in prossimità di stazioni base di telefonia mobile non ha mostrato alcuna relazione con il rischio di linfomi in generale o di singoli sottotipi di linfoma. Il possesso di un apparato di telefonia mobile ha mostrato anch’esso una modesta associazione con il rischio di linfomi a cellule B (OR = 1.5, IC 95% 1.0, 2.2) ed in particolare di leucemia linfatica cronica (OR = 1.8, IC 95% 1.0, 3.4), e di linfoma diffuso a grandi cellule (OR = 1.5, IC 95% 0.7, 2.9), ma non di linfoma follicolare (OR = 1.2, IC 95% 0.4, 2.0). Conclusioni: I nostri risultati sembrano sostenere l’esistenza di una relazione tra la residenza in prossimità di ripetitori radiotelevisi ed il possesso di apparati di telefonia mobile ed il rischio di alcuni specifici sottotipi di linfoma. Tuttavia, l’analisi preliminare finora condotta è da intendersi come puramente esplorativa. Ulteriori analisi consentiranno di esaminare la relazione con la durata e l’età all’inizio del possesso di apparati di telefonia mobile, ed il possibile ruolo confondente di altre variabili, quali la residenza in aree ad elevato traffico automobilistico.
Rischio di linfoma a cellule B e dei suoi maggiori sottotipi associato all’esposizione ambientale a radiofrequenze
SATTA, GIANNINA;AVATANEO, GIUSEPPE;CAMPAGNA, MARCELLO;COCCO, PIER LUIGI
2012-01-01
Abstract
Introduzione: Il rischio neoplastico associato all’esposizione occupazionale ed ambientale a radiofrequenze sono oggetto di vasto dibattito scientifico. Mentre i risultati dello studio Interphone sembrano smentire precedenti richiami ad un possibile aumento del rischio di neoplasie cerebrali in relazione all’uso di apparati di telefonia mobile, e gli studi sperimentali finora condotti appaiono complessivamente negativi, altri studi caso-controllo hanno recentemente suggerito un aumento del rischio di linfomi non Hodgkin. Abbiamo valutato l’ipotesi di un aumento del rischio per specifici sottotipi di linfoma in uno studio caso-controllo condotto in Sardegna. Materiali e Metodi: Nel corso del periodo 1998-2004, 322 casi incidenti di linfoma, identificati nei servizi di Ematologia e di Anatomia Patologica della Sardegna Centro Meridionale e 446 controlli estratti a sorte tra i residenti nelle stesse aree di provenienza dei casi, accoppiati ai casi per ASL diresidenza, genere e quinquennio d’età, parteciparono allo studio multicentrico caso-controllo Europeo EPILYMPH. Per ognuno dei partecipanti è stata raccolta la storia residenziale completa; per le tre abitazioni nelle quali il soggetto aveva risieduto più a lungo, furono richieste indicazioni riguardo alla prossimità a ripetitori radiotelevisi e stazioni base di telefonia mobile. Inoltre, fu raccolta l’informazione sull’uso di apparati di telefonia mobile e l’anno di acquisto di tali apparati. In questa analisi preliminare, presentiamo i rischi di linfoma (tutti i sottotipi combinati) associati alla residenza in prossimità di ripetitori radiotelevisivi, di stazioni base di telefonia mobile ed al possesso di apparatidi telefonia mobile. Gli odds ratio (OR) ed i rispettivi intervalli di confidenza al 95% (IC 95%), sono stati calcolati mediante regressione logistica non condizionale, aggiustando le stime di rischio per età, sesso e scolarità. Risultati: La residenza prolungata a meno di 50 metri da ripetitori radio televisivi ha mostrato una significativo aumento del rischio di linfomi a cellule B (OR = 2.2, IC 95% 1.1, 4.1),ed in particolare di leucemia linfatica cronica (OR = 2.5, IC 95% 1.0, 6.3) e di linfoma diffuso a grandi cellule (OR = 2.0, IC 95% 0.7, 5.5), ma non di linfoma follicolare (OR = 0.7, IC 95% 0.1, 5.4). La residenza in prossimità di stazioni base di telefonia mobile non ha mostrato alcuna relazione con il rischio di linfomi in generale o di singoli sottotipi di linfoma. Il possesso di un apparato di telefonia mobile ha mostrato anch’esso una modesta associazione con il rischio di linfomi a cellule B (OR = 1.5, IC 95% 1.0, 2.2) ed in particolare di leucemia linfatica cronica (OR = 1.8, IC 95% 1.0, 3.4), e di linfoma diffuso a grandi cellule (OR = 1.5, IC 95% 0.7, 2.9), ma non di linfoma follicolare (OR = 1.2, IC 95% 0.4, 2.0). Conclusioni: I nostri risultati sembrano sostenere l’esistenza di una relazione tra la residenza in prossimità di ripetitori radiotelevisi ed il possesso di apparati di telefonia mobile ed il rischio di alcuni specifici sottotipi di linfoma. Tuttavia, l’analisi preliminare finora condotta è da intendersi come puramente esplorativa. Ulteriori analisi consentiranno di esaminare la relazione con la durata e l’età all’inizio del possesso di apparati di telefonia mobile, ed il possibile ruolo confondente di altre variabili, quali la residenza in aree ad elevato traffico automobilistico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.