Indagini idrogeologiche sono in corso sul sistema acquifero multifalda contenuto nei sedimenti recenti della pianura di Grosseto (Italia centrale) con il principale obbiettivo di conseguire un’adeguata base conoscitiva per la realizzazione di un consistente modello numerico di flusso e trasporto, strumento essenziale per il monitoraggio dei fenomeni di salinizzazione e per la gestione delle locali risorse idriche; nel presente articolo vengono presentati i risultati ottenuti nella ricostruzione della configurazione geologica e del comportamento idrodinamico ed idrochimico. L’interpretazione paleoambientale (ambiente di sedimentazione) delle stratigrafie disponibili e la loro correlazione su basi stratigrafico-deposizionali ha permesso di conseguire un modello geometrico-strutturale del sistema idoneo all’individuazione delle principali unità idrostratigrafiche, che è caratterizzato dalla suddivisione della successione sedimentaria in due sequenze deposizionali, separate da una superficie di unconformity formatasi durante la fase di stazionamento basso dell’ultima fase glaciale. Il rilevamento piezometrico individua, nel periodo estivo, un’estesa depressione piezometrica circa coincidente con la media e bassa pia-nura, anche a seguito di un periodo idrologico caratterizzato da una ricarica meteorica ben superiore alla media. Il movimento generale del flusso idrico avviene sempre verso il settore centrale della pianura; le varie direzioni di flusso si originano nei rilievi circostanti e prose-guono poi insieme fino al mare seguendo sostanzialmente l’andamento delle paleovalli dei fiumi Ombrone e Bruna. Il maggior gradiente idraulico presente alla base dei rilievi è dovuto alla consistente diminuzione di permeabilità nel passaggio tra ammassi litoidi e sedimenti quaternari, a cui devono probabilmente aggiungersi significative alimentazioni provenienti dalle formazioni carbonatiche nelle zone di Bagno Roselle ed Alberese. L’interpretazione idrogeochimica evidenzia che gli emungimenti primaverili-estivi causano modificazioni sostanziali dei caratteri fisico-chimici dell’acqua di falda che possono sintetizzarsi nell’aumento di salinità nel settore centro-settentrionale della pianura per il maggior richiamo di acque profonde di varia tipologia e nel fenomeno opposto in quello centro-meridionale per il maggior richiamo di acque continentali relativamente dolci; lo sfruttamento del sistema acquifero comporta anche il generale invecchiamento dell’età media dell’acqua estratta. L’intrusione salina è originata da acqua marina recente lungo la costa, favorita dalla sua risalita lungo il Bruna e l’Ombrone, mentre nel settore centrale della pianura è probabile un richiamo di acqua marina vecchia. Lo studio ha infine consentito la definizione di un modello concettuale preliminare del sistema acquifero che è caratterizzato dalla coesistenza di sistemi di flusso di rango diverso, ognuno governato da specifiche relazioni ricarica/recapito e con la posizione dell’interfaccia acqua dolce/acqua salata in equilibrio dinamico con il carico idraulico della falda, e dal conseguente miscelamento in varie proporzioni di acque dolci e salate sia superficiali (recenti) che profonde (antiche). Il programma di ricerca prevede l’implementazione di nuovi dati litostratigrafici e di ulteriori rilevamenti piezometrici, idrometrici, fisico-chimici, ecc.; in particolare, saranno appro-fondite le conoscenze sugli interscambi idrici fiume-falda (soprattutto quelli relativi al Fiume Ombrone), sul volume complessivo d’acqua estratto e sulle modificazioni fisico-chimiche dell’acqua di falda connesse allo sfruttamento.

Idrogeologia del sistema acquifero multifalda della pianura di Grosseto (Toscana meridionale)

NOCCHI, MONICA;
2012-01-01

Abstract

Indagini idrogeologiche sono in corso sul sistema acquifero multifalda contenuto nei sedimenti recenti della pianura di Grosseto (Italia centrale) con il principale obbiettivo di conseguire un’adeguata base conoscitiva per la realizzazione di un consistente modello numerico di flusso e trasporto, strumento essenziale per il monitoraggio dei fenomeni di salinizzazione e per la gestione delle locali risorse idriche; nel presente articolo vengono presentati i risultati ottenuti nella ricostruzione della configurazione geologica e del comportamento idrodinamico ed idrochimico. L’interpretazione paleoambientale (ambiente di sedimentazione) delle stratigrafie disponibili e la loro correlazione su basi stratigrafico-deposizionali ha permesso di conseguire un modello geometrico-strutturale del sistema idoneo all’individuazione delle principali unità idrostratigrafiche, che è caratterizzato dalla suddivisione della successione sedimentaria in due sequenze deposizionali, separate da una superficie di unconformity formatasi durante la fase di stazionamento basso dell’ultima fase glaciale. Il rilevamento piezometrico individua, nel periodo estivo, un’estesa depressione piezometrica circa coincidente con la media e bassa pia-nura, anche a seguito di un periodo idrologico caratterizzato da una ricarica meteorica ben superiore alla media. Il movimento generale del flusso idrico avviene sempre verso il settore centrale della pianura; le varie direzioni di flusso si originano nei rilievi circostanti e prose-guono poi insieme fino al mare seguendo sostanzialmente l’andamento delle paleovalli dei fiumi Ombrone e Bruna. Il maggior gradiente idraulico presente alla base dei rilievi è dovuto alla consistente diminuzione di permeabilità nel passaggio tra ammassi litoidi e sedimenti quaternari, a cui devono probabilmente aggiungersi significative alimentazioni provenienti dalle formazioni carbonatiche nelle zone di Bagno Roselle ed Alberese. L’interpretazione idrogeochimica evidenzia che gli emungimenti primaverili-estivi causano modificazioni sostanziali dei caratteri fisico-chimici dell’acqua di falda che possono sintetizzarsi nell’aumento di salinità nel settore centro-settentrionale della pianura per il maggior richiamo di acque profonde di varia tipologia e nel fenomeno opposto in quello centro-meridionale per il maggior richiamo di acque continentali relativamente dolci; lo sfruttamento del sistema acquifero comporta anche il generale invecchiamento dell’età media dell’acqua estratta. L’intrusione salina è originata da acqua marina recente lungo la costa, favorita dalla sua risalita lungo il Bruna e l’Ombrone, mentre nel settore centrale della pianura è probabile un richiamo di acqua marina vecchia. Lo studio ha infine consentito la definizione di un modello concettuale preliminare del sistema acquifero che è caratterizzato dalla coesistenza di sistemi di flusso di rango diverso, ognuno governato da specifiche relazioni ricarica/recapito e con la posizione dell’interfaccia acqua dolce/acqua salata in equilibrio dinamico con il carico idraulico della falda, e dal conseguente miscelamento in varie proporzioni di acque dolci e salate sia superficiali (recenti) che profonde (antiche). Il programma di ricerca prevede l’implementazione di nuovi dati litostratigrafici e di ulteriori rilevamenti piezometrici, idrometrici, fisico-chimici, ecc.; in particolare, saranno appro-fondite le conoscenze sugli interscambi idrici fiume-falda (soprattutto quelli relativi al Fiume Ombrone), sul volume complessivo d’acqua estratto e sulle modificazioni fisico-chimiche dell’acqua di falda connesse allo sfruttamento.
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