The merging of the Arthurian and Tristanian worlds, as achieved in the great French compilation Prose Tristan (1230-1240 ca.), has been crucial to reconsider some of the characters belonging to the oldest core of the legend of Tristan and Iseult. In particular, this article examines the role of Kahedin, a knight of Brittany, Iseult of the White Hands’ brother, Tristan’s brother-in-law and Iseult the Blonde’s unlucky lover, who contributes to the definition of a new ideology of chivalric ethics in Prose Tristan. This character undergoes further transformations in the 13th-14th century Italian rewritings of the French romance. Among them, Tavola Ritonda shows his deepest metamorphosis: in this early-14th century Tuscan translation, when Kahedin disguises as Ghedino, he becomes the symbol of unreturned love, not only specchio (mirror) and ammunimento (admonition) for the other lovers in the romance, but also a figure troubled by a form of aegritudo amoris, which is described by deploying lexis and scientific notions directly deriving from the mediaeval medical world.

La fusione del mondo arturiano con quello tristaniano portata a compimento nella grande compilazione prosastica francese del Tristan en prose (1230-1240 ca.) ha avuto un grande peso nel ripensare alcuni personaggi appartenenti al nucleo più antico della leggenda di Tristano e Isotta. Tale destino spetta anche al personaggio di Kahedin, cavaliere della Piccola Bretagna, fratello di Isotta dalle Bianche Mani e cognato di Tristano, che nel Tristan en prose diventa una sorta di “controcanto” del sistema ideologico che informa la nozione di cavalleria dell’intero romanzo. Un’ulteriore trasformazione subisce poi il personaggio nei rimaneggiamenti italiani della summa francese (XIII-XIV secolo). È soprattutto la Tavola Ritonda, testo toscano dei primi decenni del Trecento, a attuare le trasformazioni più profonde: qui, infatti, quando Kahedin assume i panni di Ghedino, sarà sottoposto ad un processo di paradigmatizzazione volto a trasformarlo nell’emblema dell’amore non ricambiato, non solo specchio e ammunimento per gli altri amanti, ma afflitto da una forma di aegritudo amoris descritta attraverso il ricorso a un vocabolario e a precise nozioni scientifiche che provengono direttamente dal mondo della medicina medievale.

«Specchio» e «ammunimento di tutti gli altri amanti»: dal Kahedin del Tristan en prose al Ghedino della Tavola Ritonda

MURGIA, GIULIA
2012-01-01

Abstract

The merging of the Arthurian and Tristanian worlds, as achieved in the great French compilation Prose Tristan (1230-1240 ca.), has been crucial to reconsider some of the characters belonging to the oldest core of the legend of Tristan and Iseult. In particular, this article examines the role of Kahedin, a knight of Brittany, Iseult of the White Hands’ brother, Tristan’s brother-in-law and Iseult the Blonde’s unlucky lover, who contributes to the definition of a new ideology of chivalric ethics in Prose Tristan. This character undergoes further transformations in the 13th-14th century Italian rewritings of the French romance. Among them, Tavola Ritonda shows his deepest metamorphosis: in this early-14th century Tuscan translation, when Kahedin disguises as Ghedino, he becomes the symbol of unreturned love, not only specchio (mirror) and ammunimento (admonition) for the other lovers in the romance, but also a figure troubled by a form of aegritudo amoris, which is described by deploying lexis and scientific notions directly deriving from the mediaeval medical world.
2012
La fusione del mondo arturiano con quello tristaniano portata a compimento nella grande compilazione prosastica francese del Tristan en prose (1230-1240 ca.) ha avuto un grande peso nel ripensare alcuni personaggi appartenenti al nucleo più antico della leggenda di Tristano e Isotta. Tale destino spetta anche al personaggio di Kahedin, cavaliere della Piccola Bretagna, fratello di Isotta dalle Bianche Mani e cognato di Tristano, che nel Tristan en prose diventa una sorta di “controcanto” del sistema ideologico che informa la nozione di cavalleria dell’intero romanzo. Un’ulteriore trasformazione subisce poi il personaggio nei rimaneggiamenti italiani della summa francese (XIII-XIV secolo). È soprattutto la Tavola Ritonda, testo toscano dei primi decenni del Trecento, a attuare le trasformazioni più profonde: qui, infatti, quando Kahedin assume i panni di Ghedino, sarà sottoposto ad un processo di paradigmatizzazione volto a trasformarlo nell’emblema dell’amore non ricambiato, non solo specchio e ammunimento per gli altri amanti, ma afflitto da una forma di aegritudo amoris descritta attraverso il ricorso a un vocabolario e a precise nozioni scientifiche che provengono direttamente dal mondo della medicina medievale.
Tristan en prose; Tavola Ritonda; Kahedin; Medicine
Tristan en prose; Tavola Ritonda; Kahedin; Medicina
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
3. Murgia 2012. «Specchio» e «ammunimento di tutti gli altri amanti» dal Kahedin del Tristan en prose al Ghedino della Tavola Ritonda.pdf

accesso aperto

Tipologia: versione editoriale
Dimensione 231.45 kB
Formato Adobe PDF
231.45 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11584/78943
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact