Il pubblico sovietico ed Ejzenštejn: l’inchiesta su Oktjabr’

Gli anniversari costituiscono solitamente delle occasioni per celebrare personalità ed avvenimenti che hanno segnato in qualche modo l’evoluzione di un determinato campo (storico, culturale, artistico) e rappresentano dei momenti cronologicamente “favorevoli” per ritornare a riflettere su questi, magari da una pro spettiva diversa ed originale. Se oggetto di questa particolare attenzione diventa Sergej Michajlovicˇ Ejzenštejn (-), allora il  sembrerebbe essere il momento opportuno per riparlarne, visti i numerosi anniversari “a cifra tonda”: quest’anno infatti registra i sessant’anni dalla morte del regista e centodieci anni dalla sua nascita; i settant’anni dall’uscita di Aleksandr Nevskij (Id., ) e il mezzo secolo dalla riabilitazione “ufficiale” della seconda parte di Ivan Groznyj (Ivan il Terribile, ), distribuito in epoca chrušcˇeviana, dodici anni dopo la sua bocciatura nella celebre delibera del partito comunista sovietico del settembre .